Nell’articolo sull’equilibrio Patrimoniale abbiamo avuto modo di analizzare
l’importanza di mantenere una corretta relazione tra la durata degli
impieghi e la durata delle fonti, in quanto controproducente per l’azienda
sarebbe finanziare ad esempio le immobilizzazioni (la cui durata è
pluriennale) con fonti di finanziamento a breve termine (ad esempio credito
di cassa).
Strettamente correlata a tale analisi, tanto per la corretta gestione
dell’azienda quanto per avere buone possibilità di accesso al credito, è
l’analisi dell’equilibrio FINANZIARIO della stessa.
Da un lato le banche analizzano che vi sia, come abbiamo già avuto modo di
vedere, un corretto rapporto tra le fonti di impiego e le fonti di
finanziamento, dall’altro lato valutano che vi sia un equilibrio in
relazione alla diversa NATURA delle fonti.
Laddove la capacità finanziaria dell’imprenditore fosse rilevante, lo stesso
potrebbe decidere di finanziare la propria impresa utilizzando
esclusivamente i propri fondi.
In questo caso è lo stesso sarebbe assolutamente non influenzato dai giudizi
del sistema bancario, ma probabilmente si troverebbe con le banche alla
porta felici di prestare denaro in quanto il loro rischio sarebbe ridotto e
potrebbero tranquillamente incassare interessi oltre al rimborso del
Capitale prestato.
Questo caso, tuttavia, rappresenta una rarità soprattutto nel panorama delle
aziende italiane che notoriamente risultano sottocapitalizzate.
La normalità del tessuto imprenditoriale italiano prevede invece che vi sia
un mix tra i fondi propri dell’imprenditore e i fondi prestati dal sistema
bancario, troppo spesso con un eccesso dei secondi sui primi.
In questo caso è necessario, per una buona gestione, che vi sia un
riequilibrio tra le diverse fonti per poter meglio gestire l’impresa e poter
ridurre le difficoltà di accesso al credito.
Il rapporto che a tal fine deve essere monitorato e tenuto sotto stretto
controllo, rapporto che le banche analizzano per valutare la corretta
struttura finanziaria dell’impresa – e conseguente deciderne l’affidabilità
– è il rapporto
D/E
anche noto come “Rapporto di Leverage”.
In tale rapporto D(ebts) rappresenta i debiti di natura FINANZIARIA, mentre E(quity) rappresenta il CAPITALE PROPRIO immesso dall’imprenditore.
Un ragionevole rapporto D\E deve essere inferiore a 3 (ideale al di sotto di 2,5).
Se il rapporto tra questi due elementi crescesse oltre tale livello, le banche guarderebbero con sospetto l’azienda e avrebbero pertanto difficoltà a finanziarla.
L’equilibrio patrimoniale e l’equilibrio economico sono pertanto 2 elementi fondamentali che devono essere costantemente monitorati per poter aumentare le possibilità di accedere al sistema creditizio ma anche per una corretta gestione, in quanto un eccessivo ricorso a finanziamento esterno potrebbe creare difficoltà alla gestione nel caso di shock interni od esterni.
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