In passato il rapporto banca-impresa si basava prevalentemente sulla fiducia personale: imprenditore e direttore di filiale instauravano un rapporto professionale improntato sulla reciproca conoscenza, e sulla base di questo rapporto veniva spesso impostata la valutazione del merito creditizio.
Il “controllo di gestione” era ancora un “fiutare” da parte dell’imprenditore più che un “analizzare e pianificare” attraverso sistemi di pianificazione e controllo, noti nei Paesi di estrazione anglosassone come “sistemi di controllo di gestione”.
Nel 1988 però il sistema bancario internazionale raggiunse gli accordi noti come Basilea 1, che posero le basi condivise per la sicurezza e tutela del sistema bancario medesimo, introducendo i primi vincoli in tema di patrimonializzazione delle banche e di rappresentazione in bilancio del rischio connesso ai crediti esistenti.
Agli accordi “Basilea 1” seguirono nel 2004 gli accordi “Basilea 2” (impatto del rischio mercato sul patrimonio bancario) e nel 2010 gli accordi “Basilea 3”.
Le regole imposte attraverso questi accordi hanno fatto sì che le banche ponessero maggiore attenzione alla potenzialità dell’impresa di ripagare il debito. I sistemi di rating hanno limitato di molto lo spazio operativo del direttore di filiale, dovendo supportare le concessioni di linee di credito con la valutazione di merito dei fondamentali dell’azienda\progetto.
L’imprenditore ha nel frattempo iniziato ad analizzare la propria azienda attraverso budget, report e controllo della gestione. Dimostrare, perciò, alla banca la sostenibilità dei propri investimenti e la capacità di ripagare i propri debiti è diventato fondamentale.
Kerdos Advisor Partners, grazie all’esperienza dei propri Professionisti, da tempo opera in questo ambito, sostenendo l’imprenditore anche nella pianificazione finanziaria della propria attività.
L’analisi economica, oggi, non basta più. (non è più sufficiente a rappresentare gli equilibri aziendali).
Basilea 4, che entrerà in vigore progressivamente dal 2022 al 2027, introdurrà nuovi modelli di analisi dei rischi condivisi, minore discrezionalità nazionale in relazione alle regole per i bilanci bancari, più stringenti requisiti di patrimonializzazione con maggiori necessità di immissione di capitale proprio.
Le nuove e più stringenti regole europee introdotte con il “Banking Package” in tema di capitalizzazione e posizione di liquidità delle banche, e infine il COVID e gli impegni finanziari assunti dalle imprese per far fronte ai problemi contingenti, nel futuro a medio termine determineranno difficoltà di accesso al credito e di rimborso dei debiti precedentemente sottoscritti, soprattutto quando i debiti contratti per far fronte alle difficoltà del periodo pandemico cominceranno a giungere a scadenza.
Il rapporto con le banche e l’accesso al credito da parte delle imprese saranno sempre più condizionati dalla capacità di parlare la stessa lingua del sistema creditizio, dalla capacità di prevedere come la banca valuterà azienda, dalla bravura nel dimostrare alla banca la bontà dei fondamentali che rappresenteranno la capacità di far fronte agli impegni assunti.
Le imprese che vorranno continuare ad avere accesso al credito dovranno dimostrare non solo equilibri di tipo economico, ma anche finanziario e patrimoniale, sia nella loro gestione ordinaria che nei loro progetti di investimento.